Guidando e scrivendo: la mia moto e il mondo da scoprire
Inviato: martedì 30 gennaio 2024, 18:50
Viaggiare è la mia passione, il mezzo è una moto, non importa quale, documentare il viaggio e farlo con dedizione è semplice da spiegare, perché solo ciò che si ricorda è per sempre e fissarlo con la telecamera per me è il modo ideale.
Qualcuno si potrebbe domandare, perché non viaggiare senza l’assillo della telecamera, del drone, senza dover passare ore a scrivere, a prendere appunti, ma semplicemente osservare.
Al ritorno sarebbe tutto più semplice non troveresti sulla scrivania una montagna di materiale da catalogare, rivedere e riordinare.
Oramai statistiche alla mano in un viaggio di quindici giorni scatto qualche migliaio di foto, riprendo con la piccola telecamera che ho sul casco per almeno 5 ore ogni giorno.
Nel tempo mi sono reso conto che le foto più belle sono quelle che ritraggono lo stupore, il mio stupore nello scoprire le cose, nell’osservare il mondo ed è quello stupore che voglio fissare. Allora ogni viaggio mi metterà alla prova, proverò ancora stupore? Sarò capace di volgere il capo e rimanere meravigliato dalla gente?
Sì, questo sì che è assolutamente una droga. È quella droga che nei giorni del ritorno mi costringe a passare ore a rivedere il girato, per ritrovare quel minuto di emozione.
Che mi esalta o mi lascia deluso quando mi accorgo che l’attimo che tanto mi era piaciuto, che mi aveva lasciato con la bocca lente, proprio in quel magico momento la telecamera era storta e ora l’immagine è sghimbescia e c’è anche una grossa macchia nel mezzo all’obiettivo, allora provo rabbia, mi sento un fallito per aver cancellato quello sguardo che mi aveva fatto rallentare, deviare e inchiodare lungo la via.
Faccio almeno tre grandi viaggi ogni anno questi sono alcuni dei paesi che ho visitato in moto alcuni molte volte Mongolia, Nepal, India, Vietnam, Cambogia, Laos, Nuova Zelanda, Australia, Islanda, Armenia, Albania, Grecia, Turchia, Marocco, Canada, America dall'Alaska alla California, Bolivia, Perù, Cile, Argentina ...
Disponibile a raccontarvi di ogniuno e aiutarvi a costruire il vostro percorso.
Grazie di avermi accolto tra di voi.
Qualcuno si potrebbe domandare, perché non viaggiare senza l’assillo della telecamera, del drone, senza dover passare ore a scrivere, a prendere appunti, ma semplicemente osservare.
Al ritorno sarebbe tutto più semplice non troveresti sulla scrivania una montagna di materiale da catalogare, rivedere e riordinare.
Oramai statistiche alla mano in un viaggio di quindici giorni scatto qualche migliaio di foto, riprendo con la piccola telecamera che ho sul casco per almeno 5 ore ogni giorno.
Nel tempo mi sono reso conto che le foto più belle sono quelle che ritraggono lo stupore, il mio stupore nello scoprire le cose, nell’osservare il mondo ed è quello stupore che voglio fissare. Allora ogni viaggio mi metterà alla prova, proverò ancora stupore? Sarò capace di volgere il capo e rimanere meravigliato dalla gente?
Sì, questo sì che è assolutamente una droga. È quella droga che nei giorni del ritorno mi costringe a passare ore a rivedere il girato, per ritrovare quel minuto di emozione.
Che mi esalta o mi lascia deluso quando mi accorgo che l’attimo che tanto mi era piaciuto, che mi aveva lasciato con la bocca lente, proprio in quel magico momento la telecamera era storta e ora l’immagine è sghimbescia e c’è anche una grossa macchia nel mezzo all’obiettivo, allora provo rabbia, mi sento un fallito per aver cancellato quello sguardo che mi aveva fatto rallentare, deviare e inchiodare lungo la via.
Faccio almeno tre grandi viaggi ogni anno questi sono alcuni dei paesi che ho visitato in moto alcuni molte volte Mongolia, Nepal, India, Vietnam, Cambogia, Laos, Nuova Zelanda, Australia, Islanda, Armenia, Albania, Grecia, Turchia, Marocco, Canada, America dall'Alaska alla California, Bolivia, Perù, Cile, Argentina ...
Disponibile a raccontarvi di ogniuno e aiutarvi a costruire il vostro percorso.
Grazie di avermi accolto tra di voi.